“Dolcetto o scherzetto”

In bilico tra sacro e profano, usanze acquisite e nostrane, tra dolcetto e scherzetto troviamo la festa di Halloween che sempre più sta prendendo piede nella nostra cultura. La parola che ha origini anglosassone deriva da “All Hallowes Eve”, ossia la notte di Ognissanti; venne abbreviata per diventare infine ‘Halloween’, come oggi la conosciamo.  La sua celebrazione, tuttavia, ha origini ancora più antiche che partono dalla civiltà celtica; durante la festa di Samhain. Secondo l’antico calendario celtico Francia e Irlanda festeggiavano il 1° novembre l’inizio del nuovo anno in quanto basavano tutto sul ciclo naturale della natura celebrando così il passaggio definitivo ai mesi oscuri dell’anno, lasciandosi alle spalle i mesi di luce ed è proprio per questo motivo che i tipici colori sono l’arancione e il nero. Inoltre si credeva che il periodo di Halloween fosse un tempo sacro, durante il quale potevano avvenire incontri sovrannaturali; infatti i Celti credevano che Samhai, considerato il Signore della Morte, chiamasse tutti gli spiriti dei morti sulla terra abbandonando le leggi del tempo e dello spazio, permettendo così l’unione tra il mondo dei morti e quello dei vivi. Si pensava, inoltre, che in questo giorno i morti tornassero sulla terra per cercare nuovi corpi dove risiedere ed è proprio per questo motivo che venivano spenti i focolai, compreso il Fuoco Sacro sull’altare che veniva riacceso il mattino seguente. La tradizione narra che i Druidi offrissero in sacrificio animali davanti al Nuovo Fuoco, danzando fino al mattino e sancendo così il passaggio definitivo dalla luce all’oscurità. Da questi sacrifici nasce l’usanza del travestimento in quanto per i giorni successivi i Celti indossavano le pelli degli animali uccisi per spaventare ed esorcizzare gli spiriti.  Ma da dove deriva la frase “dolcetto o scherzetto” ? I contadini e i mendicanti bussavano alle porte dei villaggi per ricevere un dono; più doni ricevevano più preghiere recitavano per i poveri defunti delle gentili famiglie. Al contrario, chi non offriva niente avrebbe ricevuto in cambio l’augurio di cattiva sorte per se stesso e per i poveri defunti. Tuttavia non solo i Celti festeggiavano questa data; i Romani onoravano la dea dei frutti e dei giardini, Pomona, offrendole dei frutti per propiziare la fertilità futura. Una tradizione talmente radicata nella cultura occidentale che nemmeno la chiesa cattolica riuscì a fermare; un tentativo fu fatto nel 835 da Papa Gregorio che spostò la festa di tutti i Santi provando a dare un nuovo significato al 1° novembre, tuttavia questo tentativo fallì, infatti la stessa chiesa annunciò una nuova festa il 2 novembre. il Giorno dei Morti nacque in memoria della anime scomparse che venivano festeggiate dai loro cari travestiti da santi, demoni o angeli davanti ad un falò. Nel nostro paese, soprattutto in alcune regione, risiedono molte tradizioni legate a questa festività, alcune andate perdute mentre altre ancora in uso. La festa vive anche oltreoceano, infatti in America la tradizione vuole che dopo aver svuotato le zucche, venivano create delle lanterne con lo scopo di illuminare la via dei defunti guidando la loro anima verso il paradiso. Per cena, inoltre, era tradizioni aggiungere un posto a tavolo per i propri defunti e, dopo aver mangiato far loro visita al cimitero lasciando la tavola imbandita, così che le anime potessero rifocillarsi. Insomma queste sono solo alcune delle tante tradizioni, storie e leggende esistenti in Italia e oltreconfine; ora che conoscete le origini di questa festa non vi resta che preparare un “dolce dono”  per i vostri ospiti aspettando che bussino alla vostra porta … a meno che non vogliate ricevere un ‘aspro’ scherzetto!!!